February 18, 2016 | 0 |
L’evoluzione del mercato turistico è solitamente vissuto come una sciagura per l’operatore medio, che vede cambiare i modelli di business cui si era abituato nel corso del tempo. Abituato è spesso purtroppo sinonimo di adagiato. La crisi del turismo in Italia, non è figlia del calo del turismo che, anzi, a livello mondiale è cresciuto costantemente (salvo brevissimi cali dovuti a tensioni politiche che hanno fatto storia). In Italia si era abituati al concetto che “l’italia si vende da sola”. E seppur questa è una verità, dato che il Belpaese è sicuramente una meta ambita, i problemi sono arrivati col cambiamento del turista, dei metodi di decisione e del modo in cui il turista sceglie. Con l’avvento del web nella vita di tutti i giorni il turista ha scoperto un modo nuovo di scegliere. Fuori dalle agenzie, on line, ha cominciato a trovare proposte di tutti i generi e format di vacanza sempre nuovi. L’affermarsi delle compagnie di volo low cost hanno reso accessibili territori un tempo “lontani” e costosi. E’ stato così che il format italiano (pensiamo all’offerta “mare”) del mese intero o dei 15 giorni nella stessa località di tutti gli anni è andato in crisi. “Stessa spiaggia stesso mare” è stato un ritornello che è andato sempre più in disuso. Con lo tesso budget una famiglia ha scoperto di poter volare in mete lontane, esotiche, prima prese in considerazione solo per “il viaggio della vita”.
La reazione a quel punto è stata sul prezzo. I turisti scappano? e io abbasso i prezzi.
Ma abbassare i prezzi è stato spesso sinonimo di abbassare i servizi, abbassare la qualità, spacchettizzare l’offerta per darti il minimo “sindacale” per starci dentro.. Niente di più sbagliato.
Quando il web ha cominciato a sfornare prodotti social, che sia Facebook o che siano prodotti come Tripadvisor in cui il turista ha finalmente avuto voce…il turista ha cominciato a raccontare, a giudicare, a lasciare opinioni a consigliare o…sconsigliare.
E se quindi un turista sconsiglia o “boccia” una struttura o un luogo di vacanza, che effetto può avere tutto ciò su un suo collega turista che la vacanza se la sta scegliendo? Sicuramente una bocciatura di una voce libera e disinteressata (così appare la recensione del signor Nessuno) fa molta più presa di qualunque spot o brochure patinata che decanta meraviglie della stessa location. La prima è una voce libera, l’altra è evidentemente una voce ammaliatrice che cerca di convincerti a comprare.
Il turista oggi non viaggia meno. Il turista oggi ha accorciato la vacanza media ma ne fa più di una. E’ solo un turista più informato più evoluto ed esigente. E non perdona col suo giudizio se si sente raggirato.
Che fare allora?
Semplicemente parlare la sua lingua. Non è detto che 10 euro meno facciano vendere, sono cambiate le esigenze, sono cambiati gli interlocutori e gli strumenti. Si deve vedere il turista non più come consumatore. Non più massa indistinta. Serve targettizzare. Serve promettere, innanzitutto, una esperienza e non solo un soggiorno, e soprattutto mantenere le promesse. A quel punto un turista contento è il migliore venditore che possiamo assumere. Diventerà il nostro sponsor e racconterà volentieri qualcosa di indimenticabile.