June 30, 2016 | 0 |
Negli ultimi anni il fenomeno dei fashion blogger è diventato semplicemente enorme. Basta notare che cercando su Google parole chiave associate al termine “fashion blogger”, si trovano decine di guide che hanno l’ambizione di insegnare e fornire consigli per diventarlo e per guadagnare cifre spropositate.
Tutti credono di diventare come Chiara Ferragni di The Blonde Salad, una biondina in grado di generare un seguito da 6,1 milioni di followers su Instagram, il luogo preferito dei fashion blogger, e far pagare un post che la ritrae mentre indossa un brand tra 5.000 e 20.000 euro.
Molti marchi noti si affidano a Fashion Blogger quotati per il semplice fatto che dispongono di un seguito spesso molto maggiore di riviste di moda storiche. Luisaviaroma, la super boutique online, spesso lancia nuovi stilisti avvalendosi di squadriglie di fashion blogger ma anche Gucci, Ferragamo, Valentino e molti altri dedicano budget importanti agli influencer.
Se però la domanda è posta nei termini che ho indicato nel titolo di questo post la risposta è DECISAMENTE NO!
Al di là del fatto che solo un 5% dei tantissimi giovanotti che si definiscono fashion blogger è veramente efficace ed in grado di diventare un vero influencer, la percentuale di coloro che affermano di acquistare seguendo il consiglio di un fashion blogger è in continuo calo.
E’ poi opinabile il fatto che un seguito di in termini di numeri di followers corrisponda sempre ad una reale audience fidelizzata e esistono pochi strumenti, specie su Instagram, per determinare un risultato che correli un azione sponsorizzata ad un aumento delle vendite.
Anche se siamo in grado di trovare il fenomeno, è sempre abbastanza difficile fare in modo che questi sia allineato perfettamente con il nostro target.
Se però mi viene chiesto se abbia ancora senso dedicare un budget ai fashion blogger la risposta è ASSOLUTAMENTE SI!
Sicuramente prima di pagare cifre spropositate è necessario studiare il target e l’engagement che il fashion blogger è in grado di creare. Molti utenti diffidano ormai degli instablogger perché vedono il business dietro i loro post.
E’ quindi importante dedicare molto tempo al recruiting dei blogger giusti per comprendere non solo se si rivolgono agli stessi utenti che vogliamo colpire noi, ma anche e soprattutto se sono in grado di far parte della nostra strategia di storytelling.
Esatto! Non basta che indossino il nostro prodotto sfoggiando un bel sorriso taggando la nostra pagina e richiamando l’attenzione sul link presente nella nostra BIO di Instagram. Devono emozionare e seguire la strategia di content marketing della marca che deve avere aver stabilito uno story telling articolato per trasferire agli utenti i propri valori, il proprio stile e tutto il valore aggiunto di vestire in un certo modo.
Se l’ingaggio di uno o più fashion blogger è fatto con cognizione di causa ed è parte di una visione più ampia che riguarda una strategia volta a narrare una storia straordinaria, allora questa operazione può portare risultati.
L’obiettivo di un fashion blogger deve essere quello di potenziare un azione pensata per influenzare perché il fashion marketing è effettivamente fatto dalla gente.
E’ un operazione che riguarda la brand reputation ed il posizionamento e può essere impattante nel caso di un lancio di un nuovo marchio ma la correlazione diretta con le vendite non c’è. E’ evidente però che se ci si limita a convincere una boutique senza agire direttamente sul potenziale cliente con azioni persuasive fondate su storie che abbiano conferme da parte di chi sa influenzare…..si va poco lontani!